domenica 9 agosto 2009

Addio Yoshihisa Maitani


Il giorno 30 luglio 2009 è scomparso Yoshihisa Maitani, 76 anni, a causa di problemi respiratori.

In pensione dal 1996, Maitani è stato uno dei più grandi designer di macchine fotografiche, di macchine Olympus.


Sue creature sono la serie Pen e la serie OM, ma anche l'indimenticabile XA, tutte macchine caratterizzate dal contenimento di peso e dimensioni. Una filosofia che dal 1956, anno dell'assunzione di Maitani, permea le creazioni Olympus ancora oggi.
A poche settimane dalla presentazione della E-P1, l'evoluzione digitale della prima realizzazione di Maitani, è grande il vuoto che un personaggio del suo calibro lascia in tutti gli appassionati.

Qualche parola per ricordare il grande Maestro e Pioniere della fotografia moderna Yoshihisa Maitani, progettista di casa Olympus, di fantastiche fotocamere analogiche costruite nel corso del XX secolo.
Maitani nasce a Ohnohara, in Giappone, nel 1933.
Dimostra fin dalla più tenera età grandi capacità intellettive ed una particolare attenzione rivolta verso il mondo della fotografia: basti pensare che a soli 10 anni costruisce la sua prima fotocamera.
Nel 1956 viene assunto dalla Olympus Optical Co. Ltd. e corona il sogno della propria vita: lavorare per la progettazione e la costruzione di macchine fotografiche.
Gli viene assegnato il compito di realizzare una fotocamera economica, alla portata di tutte le tasche: Yoshihisa Maitani centra l’obiettivo, coniugando le richieste del proprio datore di lavoro con la voglia di “inventare” qualcosa di nuovo.
Nel 1959, la casa giapponese presenta il frutto delle fatiche di Maitani, un vero e proprio piccolo gioiello di meccanica: viene presentata la Olympus Pen, un apparecchio 35 mm mezzo formato compatto e con grande autonomia di fotogrammi.
Le fotocamere di questo tipo erano in grado di produrre negativi 18×24mm sui tradizionali 35mm, consentendo così con un normale caricatore da 36 pose, di scattre più di 70 fotogrammi. Secondo le aspettative del progettista, doveva essere tanto facile da usare quanto una penna a sfera, da qui l’idea di chiamarla “Pen”:
il successo fu enorme, anche perchè a dispetto dell’economicità, la fotocamere garantiva comunque una discreta qualità.
La prima Pen segnò l’inizio di una serie costruita e commercializzata in oltre 10 milioni di esemplari: nel 1963 infatti l’Olympus presenta la nuovissima Pen F, il primo apparecchio mezzo formato con obiettivi intercambiabili. Yoshihisa Maitani si dimostra ogni qualvolta un innovatore di tutto rispetto, capace di estrarre dal cilindro innovazioni tanto semplici quanto originali.
Arriviamo agli anni settanta: le reflex meccaniche cedono il passo alle prime elettroniche. L’Olympus e Maitani non stanno a guardare ed introducono due fotocamere che faranno la storia della fotografia: la OM-1, meccanica e manuale, che rivoluziona le dimensioni delle reflex, e la OM-2, elettronica ed automatica, che apre la strada dell’esposizione in tempo reale.
Arrivarono poi nel corso degli anni le sorelle OM-3, ed OM-4, intervallate dalla serie XA. Sintetizzando, vi basti sapere che la XA fu la più piccola fotocamera a telemetro prodotta in grande serie: un altro capolavoro concepito dal maestro giapponese.
Arrivando quasi ai giorni nostri: nel 1988 si inventa la AZ-300, che oltre a vincere l’European Compact Camera potrebbe essere considerata la prima bridge camera della storia; seguono l’erede della XA, la [Mju:] (1991), che viene addirittura scelta come fotocamera ufficiale della missione spaziale congiunta tra Stati Uniti ed Unione Sovietica.
La carriera di Maitani, coronata dal PMA Hall of Fame Award nel 1992 e dal Science and Technology Agency’s Director General’s Award nel 1994, termina il 30 giugno 1996, giorno in cui si ritira dalla Olympus.


1 commento:

Titti ha detto...

ciao claudio,
eccomi qui... finalmete sono rientrata nella vita quotidiana... a fatica...
ti stai divertendo al mare?